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Italian Bloggers

lunedì 10 dicembre 2012

L' INGANNO IPERREALISTA




L’inganno iperrealista

“E’come una fotografia!”
“Sembra vero!”
“Ti viene da toccarlo.”
“Sembra che esca dal quadro.”
Quante volte si ha occasione di lasciarsi andare ad espressioni di questo tipo o per lo meno di sentirle pronunciare mentre si è davanti a un dipinto o una scultura.
A mio parere, esiste una forte corrente estetica (o se preferita culturale) che crede che la capacità di riprodurre in modo quasi fotografico attraverso una scrupolosa tecnica la realtà che ci circonda sia condizione indispensabile per la valutazione di un quadro, un dipinto, una scultura, un installazione, perfino una performance.
Una concezione estetica che spesso anche in passato ha vissuto rivalutazioni che fanno riferimento all’arte classica antica (di cui peraltro credo che molti fraintendano gli intenti), il neoclassicismo, il manierismo, il figurativo (inteso come copia dal vero) ne sono l’esempio.
Una concezione che nel tempo ha subito trasformazioni, critiche, fino a rifiuti netti (è storia dell’arte).
Se la tecnica per riprodurre la realtà (è inevitabile seguendo questa idea) diventa unico riferimento per valutare un espressione artistica tutto si esaurisce in una grande capacità manuale, esecutoria, quasi matematica.
Se lo scopo è la copia fedele della realtà che ci circonda non serve un grande sforzo creativo, non occorre molta inventiva basta copiare, con scrupolo e utilizzando ogni potenziale tecnico a disposizione.
Ma allora che senso ha dipingere, scolpire, installare quando le tecniche informatiche, la realtà virtuale e i progressi della scienza hanno raggiunto vette inimmaginabili, anche per ricreare la realtà. Forse il vero artista contemporaneo è unicamente uno scienziato, un programmatore elettronico o un matematico?
L’utilizzo della pittura, della scultura e di altre discipline, collocate in una concezione estetica di questo tipo diventano inevitabilmente obsolete e destinate alla cripta di famiglia.
Farei un altra osservazione.
Ogni tecnica per quanto raffinata o progredita non potrà mai copiare veramente ed interamente la realtà (almeno per ora), se non diventando a sua volta la realtà.
Il dipinto di un quadro x quanto somigliante all’oggetto trattato o al pezzo di realtà che si vuole riprodurre non potrà mai essere sostituito a tale oggetto o tale realtà, così una scultura, un video, perfino un ologramma in 3D. Per cui non è una copia vera è un illusione di verità, attraverso delle finzioni filtrate dalla tecnica si raggiunge infine solo un simulacro di realtà e l’obbiettivo diventa la perfezione della finzione.
Non è la copia della realtà ma l’inganno della tecnica.

Il cavaliere inesistente

Creature III









dipinti dell'autore del blog (da Creature)





Resta la follia, la follia "da rinchiudere", come è stato detto giustamente. Questa o l'altra...Ognuno sa infatti che i pazzi devono il loro internamento ad un certo numero di azioni legalmente reprensibili, e che, in mancanza di queste azioni, la loro libertà (quello che si può vedere della loro libertà) non può essere messa in causa. Che essi siano, in qualche misura, vittime della loro immaginazione, sono pronto a concederlo, nel senso che essa li spinge all'inosservanza di certe regole, fuori delle quali il genere si sente leso, come ogni uomo sa a proprie spese. Ma il profondo distacco che dimostrano nei confronti della nostra critica e persino dei diversi castighi che vengono loro inflitti, lascia supporre che attingano un grande conforto dall'immaginazione, che apprezzino abbastanza il loro delirio per sopportare che sia valido soltanto per loro. E, in effeti, le allucinazioni, le illusioni, eccetera, sono una fonte non trascurabile di godimenti.........
dal manifesto del surrealismo, André Breton


Il cavaliere inesistente








domenica 9 dicembre 2012

Creature II

(da Creature)dipinto dell'autore del blog



Appello

Chi
saputo ha
di un omoide
smarrito
che su
questa Terra
vaga,
e di noi
nulla
sa,
chiami
il 61 61,
smeraldo
è
di colore,
centimetri 50
di altezza,
lingua nostra
non parla,
entrambi
i sessi
ha,
ed in giro
nudo
va, 
poiché
vergogna
conoscer
non ha.
Raffaele Arena





(da Creature) dipinto dell'autore del blog




Senza rancore
Lacrime dalle palpebre, dolori dei dolenti,
dolori che non contano e lacrime incolori.
Non chiede nulla, lui, non è insensibile,
triste nella prigione e triste quand'è libero.

È un tempo tetro, è una notte nera
da non mandare in giro neanche un cieco. I forti
siedono, il potere è in pugno ai deboli,
e in piedi è il re, vicino alla regina assisa.

Sorrisi e sospiri, insulti imputridiscono
nella bocca dei muti e negli occhi dei vili.
Non toccare nulla! Qui brucia, là arde;
codeste mani son per le tasche e le fronti.

Un'ombra...
Tutta la sciagura del mondo
e il mio amore addosso
come una bestia nuda.
Paul eluard









(da Creature) dipinto dell'autore del blog




Canzone di caccia
Robert Desnos

La cacciatrice senza fortuna
dal suo seno scende il suo sangue sui suoi grappoli
scamiciata sopra questa terra calda così calda terra
gatto selvaggio
gatto gatto selvaggio che vale saggio
gatto saggio o saggio selvaggio
lasciate seccare la cacce leccate
caccia questi carri senza cavalli e questa schiena
senza scialli
così sicura cacciatrice
la sua sorte che un’ulcera sigilla
cosa senza dolore
canzone senza carne canzone misera.




Creature

(da creature) dipinto dell'autore del blog



“Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, poesia o di virtù : come vi pare. Ma ubriacatevi. E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, agli uccelli, all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è; e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l'orologio, vi risponderanno: "E' ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù , come vi pare"
Baudelaire





(da creature) dipinto dell'autore del blog


L'abitudine
Le mie amichette sono tutte gobbe:
adorano la loro madre.
I miei animali son tutti vincolanti,
hanno piedi di mobile
e mani di finestra.
Il vento si sforma,
gli serve un abito su misura,
smisurato.
Ecco perché
dico la verità pur senza dirla.
(Paul Éluard, trad. Silvano Del Missier)





.
dipinto dell'autore dell'blog


Fleur du Mal - Petali e Utopie (di Vanessa Venerdì)

Dall’ingegno lussureggiante sbocciano fiori notturni e surreali, mani abilissime ne sfogliano i Petali per farli volteggiare nell’aria. Sono miriadi, come quelli del ciliegio ad aprile ma non sono quasi mai bianchi né aspettano la primavera per avvolgerci nella loro malia. Tulle e trine, pizzo e gemme, di solito; a volte metallo e plastica: sono gli ornamenti che si stringeranno attorno ai nostri colli, che ci costringeranno i polsi e, infine, ci trafiggeranno il cuore.

Il cavaliere inesistente





domenica 9 settembre 2012

Maschi alfa e mezziuomini





Da un pò di tempo, nel linguaggio comune è apparsa una nuova definizione, sempre più utilizzata. 
La prima volta che ho avuto modo di sentirla, riferita da un essere umano, mi pare fosse in un episodio di CSI (serie poliziesca televisiva) notoriamente fonte autorevole di divulgazione scientifica.
“Il maschio alfa”. 
Prima c’erano i faraoni-dei, poi i patrizi, poi gli aristocratici, poi i borghesi, poi i superuomini, poi gli ariani, poi la classe dirigente e i leader e adesso eccoci ai maschi alfa, non impareremo mai.
La definizione maschio alfa ha sempre avuto un significato strettamente etologico (etologia:studio comportamento animale) e in particolare riferita alla categoria dei lupi (canidi) anche perché in natura, nel mondo animale, esistono molte specie in cui predominano le femmine alfa, per cui nemmeno nel mondo strettamente animale si può utilizzare il termine per crearne una teoria generale, figuriamoci con una specie come quella umana. Mi auguro si sia capito che non siamo solo animali, siamo anche animali e spero un poco diversi dai lupi (che peraltro mostrano tratti molto più umani che quelli degli stessi esseri umani). 
La produzione di un significato, per un termine o parola, ha un valore enorme perché permette tutta una serie di operazioni utili alla definizione del nostro mondo, coscienti o meno di quello che ci accade. Falsare i significati che producono teorie generali sul mondo è un aggressione violenta ad ogni libertà. Operare una trasposizione di significati in modo totalmente ascientifico, acritico e non analitico e frutto di una supposta relazione tra il mondo dei canidi e quello degli umani, è un imbroglio colossale.
Maschio alfa “non significa un cazzo” se non riferito al mondo animale e precisamente per alcune tipologie di animali. L’unico accostamento possibile potrebbe essere quello sessuale ma ancora una volta si parla di una specificità riferita ad un determinato campo e in condizioni particolari. Il fatto che esistano posizioni diverse, all’interno di un sistema sociale, ha tutta una serie di motivazioni e origini che vanno ben oltre le predisposizioni biologiche o genetiche o gli effetti ormonali e spesso le posizioni di potere nel tempo rivelano lati oscuri e bassezze inconciliabili con le aspettative legate al significato delle parole sotto esame.
Il significato attribuito all’espressione maschio alfa è quindi assolutamente gratuita e indicativa di un atteggiamento mentale perlomeno poco razionale, se portata in campo umano. E’ un significato assolutamente soggettivo.

Anche “mezziuomini” è un espressione che porta un significato soggettivo con alcune diversità rispetto al “maschio alfa”, è espressamente riferito alla razza umana con caratteristiche uniche della razza umana ed ha un carico qualitativo molto più potente che lo rende più credibile. Contrariamente al maschio alfa di cui qualcuno può supporre l’esistenza, i mezziuomini esistono quasi per tutti, diciamo che esistono nella razza umana caratteristiche particolari che coincidono con precisione a ciò a cui essa stessa (la razza umana) darà un nome ed un significato. 
I piccolo borghesi, i collaborazionisti, gli opportunisti, i sottomessi, i disonesti, i leccaculo, i servi, gli imbecilli e quant’altro, sono le espressioni che solitamente identificano i mezziuomini, ma poi ognuno dà la sua “piega”, la peculiarità che rende il significato del termine di difficile applicazione per generalizzare, e di conseguenza risulta difficile il riconoscimento di tale qualità nei singoli esseri umani, tutti pensano che al mondo esistano i mezziuomini ma nessuno ci si identifica (chissà invece quanti si sentono maschi alfa!), eppure il mondo ne è pieno.
Forse perché in realtà siamo mezziuomini? La nostra stessa doppia natura di “animale intelligente” potrebbe essere causa di questa ambivalenza, in modo parzialmente incosciente siamo ciò che disprezziamo?
E’ un esercizio mentale con forti caratteristiche soggettive per cui è un pò come se sull’argomento ognuno potesse dire ciò che gli pare e piace, che è quello che succede.
Per alcuni un mezzo uomo è un omosessuale, per altri è uno che porge l’altra guancia, per altri ancora uno che non ambisce a posizioni di prestigio, per taluni addirittura una persona gentile diventa un mezzo uomo (un tempo chi non beveva, fumava e scatarrava per terra bestemmiando, era un mezzo uomo!), per alcuni, disturbi fisiologici o mentali caratterizzano i mezzi uomini. Ma il significato può cambiare in modo decisivo per altri, per cui i mezzi uomini sono gli inetti, quelli che leccano il culo per piccoli o grandi vantaggi, i volta faccia (quanti ne conosciamo!), i conformisti per interesse, quelli che fingono di essere dalla tua parte fino a che la cose vanno male ma appena hanno convenienza tradiscono, quelli “io penso a me e al massimo alla mia famiglia”. 
Ancora più nello specifico e soggettivando al massimo (cioè per me) i mezzi uomini sono quelli che frugano nelle tasche dei moribondi per rubare il portafoglio, quelli che si accordano con le autorità quali che siano: leader di stato, presidenti, direttori, capi e via così; per avere dei vantaggi pur sapendo che è scorretto e vile, quelli che sanno che è sbagliato ma lo fanno lo stesso (tutti), quelli che usufruiscono o hanno usufruito di vantaggi ma impediscono che questo avvenga per gli altri, coloro che usano l’autorità per evitare le obiezioni, quelli che “galleggiano” (l’importante è: “Forza Milan”, o “Juve” o “Inter”, etc..) mentre gli altri affogano, quelli che dicono molto ma non fanno niente, quelli che fingono di agire per interesse comune ma in realtà è per avere vantaggio personale, i figli della “banalità del male” ben definiti dalla Arendt, insomma siamo noi con delle variabili di intensità, chi più e chi meno, ma in fondo tutti (anche i presunti dotati), una volta e forse più è incappato in tali situazioni e c'è chi continua a ripetersi.

Altro che “maschi Alfa”, è più probabile che siamo solo dei mezzi-uomini destinati a scomparire singolarmente e, continuando così, probabilmente anche come specie.

Il cavaliere inesistente

giovedì 6 settembre 2012

Istituzioni a delinquere







Istituzioni a delinquere
L’evidente corruzione, il clientelismo, l’atteggiamento mafioso, le complicità, la violenza sottile e quella manifesta, gli autoritarismi stanno diventando sempre piu evidenti nell’attuale “democrazia sospesa” e forse mai esistita della nostra repubblica. Probabilmente più della metà del paese vive con la convinzione che il vero nemico si annida ormai nella “cosa pubblica” che politici, molta magistratura, manager e industriali attraverso un sistema ben costruito in anni di trame più o meno organizzate concorrono al mantenimento dello stesso a discapito di almeno tre quarti della popolazione, che nella maggior parte dei casi sopravvive e basta.
-La burocrazia (sempre più complicata e per addetti ai lavori) per “fottere” gli ignoranti (nel senso che ignorano) e gli impazienti. 
-Il sistema giudiziario e di polizia per “ri-fottere” gli ignoranti (sulle leggi fatte da loro) e ogni tipo di diversità sociale e ogni ribellione (sulla criminalità si dovrebbe aprire una lunga parentesi essendo un tema estremamente complicato). 
-Il servizio sociale per controllare e gestire, sotto una maschera di falsa solidarietà, i diversi (“gli scarti” avrebbe detto un uomo con i baffetti nel 1940) con artifizi tendenti sempre a sedare, conformare e soffocare ogni tipo di manifestazione che possa riproporre comprtamenti e pensieri non a norma, ricondurre verso “la normalità” di cui peraltro si è perso il senso da tempo, una “normalità” che coincide quasi sempre con la totale alienazione dalla realtà infatti cosa c’è di più “normale” che guardare la televisione o andare in facebook o ubriacarsi e drogarsi con sostanze illegali e legali (prescritte strano caso dalla pseudoscienza storicamente individuata come la più utile al controllo sociale con esempi devastanti come i lager, le pulizie etniche, l’elettroschok per non parlare di lobotomia e altri orrori, la psichiatria naturalmente e non sono di Scientology).
-L’istituzione religiosa, la grande “sola” e non aggiungo altro perchè ormai si è detto e parlato tanto e se non si è ancora capito vuol dire che non si vuole capire.
-Il sindacato che da trent’anni non fà altro che accordarsi con i potenti per ottenere le briciole per chi dicono di rappresentare e grossi favori per i loro quadri, riempiendo le loro sedi di rappresentanti che ripropongono gli stessi meccanismi e si contraddistinguono per inettitudine, furbizie di bassa lega e opportunismo (la tendenza a generalizzare che potrebbe essere letta come una grave mancanza in questo scritto è compensata dalla convinzione che chi tenta di opporsi a tale sistema dura poco in tali organizzazioni).
-Il sistema politico, una cosa mi meraviglia ma questi perchè sono ancora lì dopo tutto quello che hanno fatto e continuano a fare? Nonostante una percentuale, che sembra superi il 70 per cento dei cittadini italiani, non abbia fiducia in costoro (questa è un oligarchia non una democrazia) sono ancora lì a dirci che dobbiamo fare sacrifici per mantenerli, mah..
-L’industria culturale che attraverso i mezzi di comunicazione, la moda, la pubblicità, la scuola continua il suo tentativo di indottrinare, massificare, distrarre e sedurre per distorcere la realtà e nascondere le cose che accadono e naturalmente speculare sulle finzioni che ci propinano.
-Il mercato, l’alibi per ogni nefandezza, oggi assunto al ruolo di capro espiatorio per nascondere responsabilità dirette.
-La stessa costituzione non è più credibile non tanto per i contenuti ma per i continui tentativi di demolirla da parte delle stesse istituzioni che dovrebbero seguirne i dettami, tanto da arrivare a mettere in dubbio diritti fondamentali sanciti in modo perentorio come casa e lavoro (la Fornero). 

Come si può uscire da una simile situazione?
Personalmente non vedo molte alternative, non credo che continuando in questo modo le cose miglioreranno, da una parte ci parlano di ripresa ma sono parole, dall’altra c’è la borsa, lo spread, i mercati e i prezzi che salgono e la disponibilità economica che cala. 
Parlo di benzina, luce, acqua, alimentari di qualità, costi dei servizi, costi della quotidianeità e parlo di stipendi, non bloccati, ma bensì in ribasso per i nuovi assunti ed ecco perchè fà comodo l’abolizione totale dell’articolo 18. Credo che sia in atto un tentativo, connotato da una certa aggressività, di abbassare in modo considerevole il costo del lavoro a discapito di chi già percepisce il minimo indispensabile e di tutta una serie di categorie sociali (una specie di ricaduta proporzionale, chi più guadagna meno ne soffre) del ceto medio-basso. L’alibi che giustificherebbe tale tentativo è naturalmente la crisi che presunta o reale che sia smette di essere credibile fino a che la cifra di 7000 euro netti mensili (e sono generoso), come stipendio per dirigenti segretari, consulenti, tecnici nel settore pubblico e nei suoi “derivati” (politica, magistratura, industria culturale, gestione manageriale, etc..) non diverrà un limite, temporaneo forse, ma indispensabile e invalicabile.. e io il populismo lo posso fare perchè del popolo credo proprio di farne parte, sia economicamente che culturalmente . 
Non vedo un futuro roseo ma non voglio nemmeno farmi irretire dal qualunquismo imperante o lasciarmi andare alla rassegnazione (d’antica origine cattolica), ne sprofondare nella depressione post-moderna degli insoddisfatti e tanto meno sono interessato a conformarmi ad un sistema che non condivido quasi per la sua interezza (e non credo proprio di essere il solo). 
Azz.. la vedo dura!

Il cavaliere inesistente

mercoledì 25 luglio 2012

TACHELES










Accompagnato dalle ultime riflessioni sul libro che ha confortato i momenti di noia tra una camminata e l'altra, arrivo all'edificio.
Il pensiero di Sergio Givone in "Prima lezione di estetica", un libretto facile da trasportare ma, per la mia ignoranza, di non semplice comprensione e che necessita di uno studio più che di una lettura, trova un ottima corrispondenza col palazzo che mi trovo di fronte.
Sarebbe meglio dire "corrisponde perfettamente all'idea che mi sono fatto sul pensiero di Givone, legato all'arte contemporanea e alle sue manifestazioni (fenomeni, eventi?)".
Il Tacheles, oggi, corrisponde a ciò che filtrato dal Givone-pensiero, io credo possa essere un esperienza estetica nella nostra contemporaneità, una tra altre.
L'edificio pare al abbandono, i muri sono grigi e sporchi, i dipinti rimasti riconoscibili si confondono nel degrado, all'interno scarabocchi e originarie pitture si intrecciano tra loro annullandosi, perdono la loro peculiarità per finire in unico grande "ghirigori" dai colori sbiaditi. Solo avvicinandosi e spostando l'attenzione, "zoomando" si distinguono le forme e i simboli preesistenti.
L'interno fatiscente e sporco ricorda i luoghi abbandonati di alcune periferie utilizzati da barboni e tossicomani. Cocci di bottiglie, avanzi e carte, pezzi di cose si ammucchiano in alcuni angoli per consentire il transito ai visitatori. Dopo la prima rampa di scale (o la seconda) si apre la prima sala o meglio "stanzone" buio e cupo.
Alex Rodin espone alcuni suoi lavori e vende copie di varie dimensioni dei suoi dipinti, mi piace, è un pittore soprattutto, ci sono alcune sculture al centro della sala ma non credo siano sue. Sono tentato di comprare una copia in scala di uno dei suoi lavori, non lo faccio solo per pigrizia.
Ricorda molto la pittura underground degli anni 70/80 e come direbbe Givone corrisponde perfettamente a ciò che io mi aspetto di vedere in quel momento, in quel posto, con il mio bagaglio culturale e l'atteggiamento mentale, appunto, corrispondente. Rodin è quasi troppo raffinato per l'attuale sistemazione del palazzo, probabilmente tempo addietro, quando l'edificio era in piena attività e non c'erano i problemi attuali (l'edificio è stato comprato da banche che ora vogliono cacciare gli occupanti per crearne un business), la sua presenza non sarebbe stata così stonata.
Ai piani superiori altre sale, in una pulita e ordinata rispetto al resto, una serie di espositori e le pareti illustrano i lavori di molti artisti underground. Tra le foto spicca (almeno per me) una vagina in primo piano resa più evidente da una posizione da contorsionista della proprietaria e tra i dipinti le copie di un opera su cui campeggia una scritta che identifica Berlino nella grande meretrice madre di ogni male, con riferimenti anche storici.
In altre sale semi abbandonate, buie e sporche, alcuni artisti alle prime armi tentano delle posticce esposizioni dei loro lavori. Torno a guardare Rodin.
Le sculture al centro della sala "fanno cagare". Lo sforzo razionale, aperto e comprensivo verso pur sempre un espressione artistica non riesce a togliere questa sensazione. Smettono di farmi cagare solo se con il pensiero le porto all'interno di un quadro più grande, il Tacheles. Le escludo dal particolare per comprenderle nel generale e il generale, il Tacheles, può essere arte contemporanea, inteso come interprete della realtà, anzi la realtà stessa che si fà arte. Migliaia di persone a visitare quello che è costantemente sotto i nostri occhi: edifici e fabbriche abbandonate, le scritte sui muri grigi, le immondizie negli angoli (in Italia anche in mezzo alle strade), pezzi di cose attorno, etc..
Torno indietro, non c'è altro da vedere, mi fermo all'esterno ad osservare lo scarafaggio scolpito e attaccato a una parete, sembra che esca dal palazzo (oppure ne rientra camminando all'indietro?), è curioso ma il suo trompe l'oil è mediocre, anche questo un tempo aveva un aspetto diverso.
Me ne vado con alcune riflessioni: siamo all'apoteosi dell'estetizzazione? La realtà si fa arte (il Tacheles in rovina) o l'arte imita la realtà? Forse la decadenza del Tacheles non è altro che la realtà in decadenza della nostra contemporaneità malamente mascherata da graffiti consunti, uno scheletro sporco dipinto confusamente con colori sbiaditi.
Un solo rammarico, non aver potuto visitare il Tacheles quando era al meglio della sua evoluzione.

Il cavaliere inesistente

lunedì 23 luglio 2012




Giorgio Napolitano

Chi è il nostro presidente della repubblica? Che storia ha? Da dove viene? 
Date le recenti polemiche forse è il caso di vedere un pò chi è stato scelto per continuare a preservare i privilegi della casta, chi se non uno che è stato parte integrante nella costruzione di tale meccanismo autoreferenziale. Oltre al suo costante coinvolgimento nelle dinamiche poco o mai trasparenti di questi anni di finta democrazia, ciò che mi salta agli occhi e la sua vicinanza nel tempo alle ideologie totalizzanti, prima il fascismo e poi il comunismo, prendendone le distanze quando la convenienza lo guidava, la differenza tra evoluzione del pensiero e una bandiera al vento delle convenienze è difficile da stabilire, ma i risultati della sua “crescita” sono ora sotto gli occhi di tutti.

(Per ragioni di spazio ho sintetizzato la sua storia). Da Wikipedia:
Durante gli anni dell'università, fa parte del GUF, il gruppo universitario fascista, collaborando con il settimanale IX maggioNel 1945 Napolitano aderisce al Partito Comunista Italiano, di cui è segretario federale a Napoli e Caserta.
si consuma da parte dell'URSS la repressione dei moti ungheresi, che la dirigenza del PCI condannerà come controrivoluzionari (l'Unità arriva persino a definire gli operai insorti "teppisti" e "spregevoli provocatori"). Nel momento stesso degli eventi, egli stesso elogia l'intervento sovietico dichiarando: «L'intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo»[3]. Napolitano si considererà sempre un allievo - dichiarando che «la mia storia» non è «rimasta eguale al punto di partenza, ma» è «passata attraverso decisive evoluzioni della realtà internazionale e nazionale e attraverso personali, profonde, dichiarate revisioni»[6]. Nel periodo della solidarietà nazionale (1976-79) è portavoce del PCI nei rapporti con il governo Andreotti, sui temi dell'economia e del sindacato. Napolitano è stato uno degli esponenti storici della corrente della "destra" del PCI Napolitano inoltre si adopera per tenere aperta la possibilità di un confronto e di una possibile convergenza con il PSI. In quegli anni all'interno del PCI prevale, in politica estera, la linea di Napolitano di "piena e leale" solidarietà agli USA e alla NATO. Henry Kissinger dichiarò in seguito che Napolitano era il suo Comunista preferito Nel luglio del 1989 è Ministro degli Esteri nel governo ombra del PCI, da cui si dimette all'indomani del congresso di Rimini, in cui si dichiara favorevole alla trasformazione in Partito Democratico della Sinistra. Il 2 febbraio 1993 all'ingresso posteriore di palazzo Montecitorio si presentò un ufficiale della Guardia di finanza con un ordine di esibizione di atti: esso si riferiva agli originali dei bilanci dei partiti politici (peraltro pubblicati anche in Gazzetta Ufficiale), evidentemente utili al magistrato procedente (Gherardo Colombo, della Procura di Milano) per verificare se talune contribuzioni a politici inquisiti fossero state dichiarate a bilancio, secondo le prescrizioni della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Il Segretario generale della Camera, su istruzioni del Presidente, oppose all'ufficiale l'immunità di sede, la garanzia delle Camere per cui la forza pubblica non vi può accedere se non su autorizzazione del loro Presidente. Nei giorni successivi tutti i partiti politici e tutti i principali organi di stampa sostennero la scelta del presidente Napolitano. Nel processo Cusani, il 17 dicembre 1993, Craxi affermò: "Come credere che il presidente della Camera, onorevole Giorgio Napolitano, che è stato per molti anni ministro degli Esteri del Pci e aveva rapporti con tutta la nomenklatura comunista dell'Est a partire da quella sovietica, non si fosse mai accorto del grande traffico che avveniva sotto di lui, tra i vari rappresentanti e amministratori del Pci e i paesi dell'Est? Non se n'è mai accorto?Secondo la sentenza sulle tangenti per la metropolitana di Milano Luigi Miyno Carnevale si occupava di ritirare la quota spettante al partito comunista e di girarle, in particolare, alla cosiddetta "corrente migliorista" che "a livello nazionale", "fa capo a Giorgio Napolitano “Mentre ricopre tale incarico, è molto criticato per non aver attuato una tempestiva e adeguata sorveglianza su Licio Gelli, fuggito all'estero (dopo essere evaso dal carcere già nel 1983) il 28 aprile 1998, il giorno stesso della divulgazione della sentenza definitiva di condanna per depistaggio e strage da parte della Cassazione. Per questi fatti il direttore di MicroMega Paolo Flores d'Arcais ne chiede le dimissioni” In occasione della promulgazione del cosiddetto Scudo fiscale, l'Italia dei Valori di Antonio di Pietro ha nuovamente criticato Napolitano per aver firmato senza rinvio una legge accusata da molti economisti di essere un mezzo per riciclare legalmente denaro sporco. Di Pietro ha definito la firma "un atto di viltà".[28 Qualche settimana prima delle elezioni regionali italiane del 2010, a seguito dell'esclusione delle liste PDL in Lazio e Lombardia, Napolitano ha firmato nottetempo[senza fonte] il decreto legge del governo per la riammissione delle liste escluse. Per questa scelta Di Pietro ha dichiarato di valutare una richiesta di impeachment.[29]
Nell'aprile del 2010 Giorgio Napolitano promulga con la propria firma la legge sul legittimo impedimento del premier e dei ministri, mentre i pm di Milano si dicono pronti a ricorrere alla Consulta per sollevare eccezione di incostituzionalità.[30] Nel gennaio 2011 la corte ha ritenuto la legge in parte incostituzionale.
Altre promulgazioni criticate e discusse hanno riguardato il decreto Mastella per distruggere i dossier della security Telecom, l'ordinamento giudiziario Mastella-Castelli, la legge salva-Pollari, la norma della legge finanziaria che ha raddoppiato l'Imposta sul valore aggiunto a Sky, i due pacchetti sicurezza Maroni accusati di contenere norme anti-rom e anti-immigrat

L’impeachment per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Lo chiede Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato dalla mafia, in un’intervista pubblicata oggi su www.micromega.net. “E’ sconvolgente – dice Salvatore Borsellino – che al Quirinale si dia ascolto a chi come Mancino cerca di frenare quei magistrati coraggio che indagano sulla trattativa tra Stato e mafia. Parlare addirittura di avocazione odi accorpamento delle indagini significa una cosa sola: si vuole fermare il lavoro della Procura di Palermo, che più di altri è andata avanti sulla linea della trattativa. Che questo avvenga dalla più alta carica dello Stato è una cosa estremamente grave e non può che portare a una sola conseguenza: l’ipotesi di impeachment per il Presidente della Repubblica”. “Fino a quando non sarà cancellato il peccato originale di una Seconda Repubblica fondata sulle stragi del ’92 e ’93 – aggiunge – l’Italia non potrà mai dirsi un paese democratico e civile”.
E al capo dello Stato, che ieri aveva parlato di “insinuazioni e sospetti fondati sul nulla”, replica: “Di complotto non si tratta, ma di impedimenti al lavoro della giustizia. Mi pare la reazione scomposta di chi sa di avere delle cose da nascondere e quindi tenta di chiamare a raccolta le altre forze istituzionali perché si stringano. Che alla fine è quello che è successo, a parte la voce isolata di Di Pietro. Tutti i membri della Casta hanno parlato di attacco alle istituzioni, attacco al presidente della Repubblica. Prima di parlare di attacco bisogna parlare alla verità e alla giustizia. In molti Paesi si è arrivati all’impeachment per molto meno”. E aggiunge: “Evidentemente la verità è sconvolgente, ma proprio per questo è necessario che venga alla luce”. 
Cosa direbbe, chiede Micromega, Borsellino a Napolitano, ne avesse la possibilità? “Gli chiederei come mai da 4 anni, quando il 19 luglio il mio movimento delle Agende rosse va in via D’Amelio per chiedere giustizia e verità, nessuna istituzione si presenta più in via D’Amelio, perché si sceglie di commemorare con una furtiva trasferta in Via D’Amelio il 23 maggio per porre una corona di Stato e poi nel momento in cui una giornalista del Fatto, Sandra Amurri, chiede al portavoce del presidente della Repubblica se parteciperà il 19 luglio, le viene risposto ‘Perché, cosa c’è il 19 luglio?’. Di cos’hanno paura? Non so se hanno paura della verità, di un’agenda rossa, forse perché rappresenta simbolo ricerca giustizia e verità”. 
“A Napolitano – conclude Salvatore Borsellino – chiederei come si può a fronte di certe cose sicuramente venute alla luce, cioè il tentativo di fermare l’operato dei giudici di Palermo, come si può poi parlare di complotto nei confronti del capo dello Stato. Se un complotto c’è, è da parte di chi vuole fermare la strada della giustizia. Per fortuna che in questo caso il procuratore nazionale antimafia ha ritenuto di non dare corso a certe richieste che sicuramente gli sono state avanzate, visto che giustamente ha dato una risposta scritta in modo che rimanesse traccia di queste sollecitazioni nei suoi confronti.

Ecco signori, lui è il garante dei nostri diritti!

Il cavaliere inesistente

domenica 24 giugno 2012

La scienza del particolare
La verità e le regole non esistono, esistono solo le eccezioni